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Scenari > Ontologia > Ontologia e metafisica | |||||||||||||
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Banchina della Linea del Passato, Padiglione «Viaggi nel Tempo» della Grand Central Station di New York, due persone, presumibilmente due Tecnici, discutono in maniera concitata. A: E tutto così confuso! Perché la Direzione non ha ancora preso una decisione? B: ...ehm, non ci crederai, ma il motivo dello stallo attuale è che nei Piani Alti è in corso una disputa piuttosto intensa sul significato da attribuire a termini come «ritardo», «anticipo» e «puntualità». Per questo i tabelloni con arrivi e partenze sono stati rimossi e non saranno ricollocati entro breve. A: Stai scherzando? B: Potrà sembrarti assurdo, ma dalla soluzione di quelle che alle nostre orecchie suonano come dispute terminologiche dipenderanno nientemeno che le future politiche dei rimborsi dell’Azienda Trasporti Transtemporali della città di New York! A: Non vedo quale sia il problema! B: Ma non leggi i giornali? C’è un sacco di gente che nei primi viaggi è arrivata a destinazione con un notevole ritardo, ma l’Azienda non intende rimborsare nessuno – o almeno non intende farlo fino a quando non saranno sciolti certi nodi linguistico- concettuali. A: Continuo a non capire. Perché mai dovrebbe rifiutarsi di rimborsare i passeggeri se il ritardo è acclarato? B: Beh, – mettila così – perché secondo un primo parere dell’Ufficio Reclami non si tratta di veri e propri ritardi. Cerco di spiegarmi meglio. Poniamo che tu prenda la Macchina del Tempo sulla Linea del Passato per andare al primo concerto dei Beatles al Cavern di Liverpool, 14 luglio 1961, e invece di impiegare le sole tre ore di viaggio pubblicizzate dall’Azienda per il pacchetto «A Ticket to Ride: The Best of The Sixties», ne impieghi cinque. Avresti forse motivo di essere arrabbiato? A: Direi proprio di sì. Sarei arrivato a destinazione con ben due ore di ritardo! B: Ma è proprio questo il punto. A ben vedere si tratterebbe di un ritardo del tutto privo di conseguenze! È vero, il viaggio sarà stato un po’ più lungo del previsto, magari sarà stato anche un po’ meno confortevole di quanto lasciato immaginare dagli spot televisivi, ma la tua presenza al concerto non sarà stata compromessa, ed è questo che conta, non ti pare? A volerla dire tutta, c’è un senso in cui sei arrivato perfettamente puntuale! Saresti a destinazione il 14 luglio 1961 alle 21: John, Paul, George e Ringo lì sul palco e tu a goderteli. A: Mah, detta così mi puzza di pessima trovata aziendale per fregare i clienti... La conversazione è dapprima sovrastata e poi decisamente interrotta dall’improvvisa irruzione di una voce metallica proveniente dagli altoparlanti posti in ogni angolo della stazione. Voce: Si avvisano i signori passeggeri che la Direzione fa propria una circolare congiunta del Ministero dei Trasporti Transtemporali e del Dipartimento dell’Innovazione Linguistica secondo la quale se s’impiega un tempo superiore a quello annunciato dall’Azienda per raggiungere la destinazione temporale desiderata e questa viene raggiunta comunque, si parlerà semplicemente di «eccesso nel tempo di percorrenza con puntualità». Qualora, invece, si giunga in una destinazione temporale diversa da quella prevista si parlerà esclusivamente di «errore di destinazione». A tutti gli eccessi di percorrenza con puntualità non si applicano le politiche di rimborso per i ritardi. Qualora poi la destinazione erronea sia collocata in un tempo posteriore alla destinazione prescelta – secondo la direzione ordinaria del tempo – si potrà parlare di «ritardo» e in tali circostanze si applicheranno i normali tariffari di rimborso stabiliti dall’Azienda*. |
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