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Secondo una tradizione consolidata, il ragionamento logico è "analitico", nel senso che non trasmette nessuna informazione, e da questo deriverebbe la sua infallibilità. Ma, allora, a che serve il ragionamento deduttivo? Come è possibile che i risultati di certe dimostrazioni matematiche appaiano così sorprendenti? E' solo una questione psicologica o c'è un senso oggettivo in cui la logica è informativa? Negli anni '70 del XX secolo, Jakko Hintikka ha sfidato la convizione che la logica quantificazionale sia analitica, mediante idee riconducibili alla tradizione kantiana.
In un saggio del 1999, "Sul carattere ampliativo dell'inferenza induttiva" - pubblicato sulla "Rivista di Filosofia", XCI (2000),1 pp.127-145 e successivamente nel volume "Logica e politica. Per Marco Mondadori" (a cura di D'Agostino-Giorello-Veca), il Saggiatore e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2001 pp. 29-42, - Marco Mondadori sfida la convinzione residua che la logica proposizionale sia analitica, sfruttando alcuni risultati emersi nel campo della complessità computazionale.
Pubblichiamo anche una versione più estesa del lavoro, scritta insieme a Marcello D'Agostino per il "Bollettino Filosofico" del Dipartimento di Filosofia dell'Università della Calabria XV (1999), pp. 283-306.
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